Pubblichiamo articolo di Lorenzo Salimbeni, Anvgd (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) di Trieste, che ringraziamo per la gentile concessionesul gesto relativo al cippo delle foibe a Turate
Troppo spesso abbiamo avuto notizia di danneggiamenti o vandalismi che hanno riguardato lapidi e monumenti che commemorano i martiri delle foibe e le sofferenze dell’esodo giuliano-dalmata.
Uno di questi incresciosi episodi ha riguardato, nei giorni immediatamente successivi al 25 aprile 2020, la targa del cippo che il Comune di Turate (provincia di Como) aveva dedicato “A perpetua memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo degli italiani d’Istria, Dalmazia, Venezia Giulia e Quarnaro. Province di Fiume, Pola e Zara”: il manufatto sarebbe poi stato ripristinato dall’amministrazione comunale in occasione delle cerimonie istituzionali del Giorno del Ricordo 2021.
Questo monumento è stato, invece, di recente protagonista di un episodio di grande sensibilità: «Vorrei ringraziare gli ignoti – spiega l’esule dalmata Mario Marcuzzi – che hanno deposto un mazzo di spighe di grano sul cippo delle foibe a Turate. Dei fiori sarebbero appassiti immediatamente causa il caldo torrido di questo periodo, mentre il grano resiste, è un simbolo di pace morale e spirituale e di rinascita presso tutte le culture, a partire dalla nostra in cui richiama il Pane della Comunione e varie parabole evangeliche»